L’auto dei vent’anni di Paolo. Dotata di serie di uno spettacolare cambio con 5 rapporti superbamente scalati, motore esasperato e pertanto fragile, Paolo collezionò 3 alberi motore spezzati (colpa sua avendo troppo alleggerito volano e complessivo frizione spostando pertanto il nodo torsionale in zona più fragile) nell’ultima versione spingeva la R8G a 196 km/h a 8000 U/min, mica male per un 1255cc stradale del 1969 ad aste e bilancieri. Altra debolezza di serie: l’impianto frenante, sebbene pomposamente propagandato con 4 freni a disco…sì ma con dischetti tipo 45 giri da 7,5 mm di spessore della R8 normale, solo dotato in più di servofreno… Paolo stufo del “fading” disegna, costruisce e adatta pezzi per montarvi i grossi dischi anteriori e relative ganasce della R16…mai più subìto fading. Nei lunghi tratti tortuosi in discesa si permetteva in staccata, quando ormai sentiva l’odore dei freni surriscaldati di chi lo precedeva, di mettersi dietro qualsiasi altra sportiva vera alla quale fosse riuscito a rimanere in scia.